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Filippo Ciavoli Cortelli

di Gian Luigi Corinto

 

http://www.athenaedizioni.it/03_rda/rda_dettaglio.php?id_rivista_passata=12

 

Per comprendere la realtà occorre un metodo, per tradurre le immagini del reale in arte non bastano gli occhi, occorre una sensibilità per il metodo e per la realtà stessa. Quella di produrre immagini di valore artistico è un’operazione culturale che non prescinde dalla mediazione delle tecniche di rendering. La conoscenza delle qualità sensibili delle persone e degli oggetti che compongono le immagini della nostra vita presuppone il possesso della capacità non solo di guardare, ma di vedere, osservare: perciò occorre qualche cosa di più della capacità percettiva quando la rappresentazione tenta un’interpretazione della realtà, ponendo il punto di vista dell’artista al centro dell’operazione culturale. La vita si comprende mediante la vita e - nello stesso modo - il valore delle immagini si scopre attraverso la resa stessa delle immagini e la capacità di dominare culturalmente la tecnica di riproduzione. L’artista arriva quindi a un punto in cui lo stesso esercizio della tecnica, l’amore per le sue applicazioni, l’evoluzione e la ricerca tecnologica, costituiscono l’essenza stessa dell’atto culturale che produce bellezza. Amore, dolore, timore, ira, gioia, tutte le passioni colpiscono (si spera a turno e non tutte assieme) l’anima di ognuno, secondo principi certi, naturali e costanti, ma poiché l’intento artistico non si limita (quasi) mai alla rappresentazione di oggetti sensibili, né allo sforzo della volontà sulle passioni, ma si estende ai modi, ai caratteri, alle azioni e alle intenzioni degli uomini, ai loro rapporti, alle virtù e ai vizi, l’artista è tale e tanto più grande quanto è capace di prenderti sotto braccio, rubarti l’anima, e guidarti nel campo dell’esercizio di un giudizio estetico. In tal modo è in grado di insegnarti affettuosamente l’attenzione a persone, oggetti e particolari, il ragionamento e il fondamento del concetto stesso della produzione artistica. Nel caso di Filippo Ciavoli Cortelli, tutto questo comporta di porre il problema della possibilità di una conoscenza artistica della realtà spirituale, del flusso che connette spirito individuale, società e storia, realtà e immaginazione degli oggetti. Per questo la sua produzione è una vera e propria visitazione d’immagine, che tende alla connessione tra psicologia, tecnica fotografica e pittorica, puntando direttamente alla comprensione del reale mediante una super interpretazione delle immagini. Per affermare la realtà artistica e mostrarla mediante tutte le connessioni tecniche del mezzo, FCC assottiglia la distinzione tra photoshop e spiritualità personale, contrapponendo alla spiegazione tecnica la comprensione del mondo. La tecnicizzazione dell’arte fronteggia se stessa di fronte alla necessità di non tradire né la bellezza iniziale dell’immagine scelta né la bellezza finale che deriva degli interventi tecnici. Il punto di innesco può essere un’immagine tratta da un fotogramma di un film, la foto di un volto, un’immagine più o meno affetta da notorietà, ma il punto di arrivo è il rendering dell’anima dell’artista e delle sue aspirazioni private e sociali. L’obiettività di un apparato ottico si confronta con il soggettivismo dell’occhio che cattura una parte del reale e della tecnica, che è - del resto - la sola cosa che sia veramente in grado di intercettare il volere dell’artista. Per questo l’operazione di FCC è al contempo arte concettuale, dominio tecnico del mezzo e sublime interpretazione del respiro animale delle immagini. La via della sua sperimentazione è perfettamente infinita; l’amore e la curiosità dell’artista di percorrere strade diverse gli consentiranno/lo obbligheranno certamente di provare altre tecniche e altri mezzi, connessi tra di loro o da lui stesso obbligati a riconoscersi per produrre nuove opportunità espressive. La citazione di Chuck Close è di fatto un omaggio alla sperimentazione tecnica che nell’artista americano gioca un ruolo fondamentale, proprio per il procedimento estremamente lungo e complesso adottato per l’esecuzione dei suoi ritratti, che passa dallo scatto di foto alla riduzione delle immagini entro una griglia di lavoro a cui applicare principi tecnici, mezzi pittorici e aspirazioni estetiche personali. Se l’aspirazione di FCC è così elevata, altrettanto forte è la sua voglia di provare tutte le sensazioni provocate da una continua sperimentazione tecnica e artistica. Tale forza lo sorreggerà di certo fino al raggiungimento e al compimento della propria poetica.

To understand reality we need a method, eyes are not enough to translate its images in art, it requires sensitivity for the method and reality itself. PRoducing images with an artistic value is a cultural operation not disconnected from the mediation of rendering techniques. Knowing sensible characteristics of people and objects that form the images of our life imply the ownership of skills not only to look at, but to see, to observe: so we need something more than the ability to perceive, when representation tries an interpretation of reality, posing the point of view of the artist at the center of a cultural operation. Life is understood through life and, in the same way, the value of images is discovered thanks to the production of images and the capacity to dominate culturally the media. So the artist arrives at a point where the exercise of technique, the love for its applications, the evolution and research in technology, become the heart of the cultural act which produces beauty. Love, pain, fear, anger, happyness, all of the passions hit (we hope not all together) the soul of everyone, according to certain, natural and constant principles, but since the artistic intent doesn't limit (almost) never to represent the sensible objects, nor will's effort on passions, but it extends to men's manners, nature, ations and intentions, to their relations, virtues and vices, the artist is much more greater in connection with is skill to take you by the arm, to steal your soul and guiding you in the field of an estethical judgement exercise. So he is able to teach you the attention to people, objects and details, the reason and foundation of the artistic production's concept. In the case of Filippo Ciavoli Cortelli, this entails posing the problem of an artistic knowledge of the spiritual dimension, of the streaming that connects among them the individual spirit, society, history, reality and imagination. Because of that, his production is an image visitation, which tends to connect psycology, painting and photography, pointing directly to the comprehension of reality through a super-interpretation of images. To declare artistic reality and showing it beyond his technical aspects, FCC reduces the distinction between photoshop and personal spirituality, opposing the world comprehension to the technical dimension. Technology faces itself in front of the necessity of not betraying nor initial beauty of the chosen image nor the final beauty that depends from its operations. Starting point can be a still from a film, the photo of a face, a social icon, but the goal is the rendering of the soul of the artist and of his private and social expectations. The objectivity of an optical apparel compares to the subjectivity of the eye which catches a part of reality and of technique, that's the only thing able to intercept the artist's will. So the operation of FCC is at the same time conceptual art, domination of the media and sublime interpretation of images'animal breath. The road of his experimentation is virtually without an end: his curiosity and love for covering different ways will permit and oblige him to try other medias, connected together, to produce new expressive opportunities. Quoting Chuck Close is an hommage to the technical experimentation which plays a fundamental role for the american artist, just because of the extremely long and complex process behind the executions of his portraits, which goes from the photo shot to the reduction of the image into a work grid where to apply technical principles, pictorial medias and personal estethical aspirations. If FCC aspiration is so high, equally strong is his desire to try all of the sensetions provoked by a continuous technical and artistic experimentation. This strength will certainly support him till the accomplishment of his own poetics.

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