2014 PREMIO FONDAZIONE HENRAUX
in memoria di Erminio Cidonio (3°classificato ex aequo)
"...La rosa dei vincitori corrisponde infatti al perdurare d'un gusto della sperimentazione formale e dei contenuti che lascia forte la speranza per la rinascita della arti in corso. Sicché il gioco di mani intrecciate di Filippo Ciavoli sembra nascere dalla mente numerica mentre riprende un tema ancorato nelle coscienze visive e potrebbe chiamarsi anche, a parer mio, "da Durer al computer" portando così con un salto unico la sensibilità del vedere e del toccare attraverso i secoli..." (Philippe Daverio)
"...The shortlist actually embodies an endless flair for experimenting with form and contents that looks very promising for today's rebirth of the arts. So, while Filippo Ciavoli's trick with entwined hands semms to be born of a mind for numbers, it takes inspiration from a subject that is rooted in visual conscienceand could arguably be called "from Durer to computer", thus making the sense of seeing and feeling jump through the centuries, in one go..." (Philippe Daverio)
2010 IDENTITY THEFT
a cura di James Putnam - Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea, Milano
"(follows from Gavin Turk) With a very different artistic concern, yet executed with the same visual language of appropriating another artist's imagery, Filippo Ciavoli takes the image of Chuck Close's celebrated self-portrait 1967-68 and distorts it as homage to the artist's later geometric grid technique. Ciavoli "steals" the identity of his subjects and then displaces them so that they become mere compositional devices. In the spirit of the pointillist painters of the late '800, and the Cubist movement of the early '900, his primary interest is in the act of perception, exploring how geometrical shapes and colours combine to form an image. Distorting an image is a means of obliterating, or as Ciavoli puts it, "violating" the identity of the image so that it becomes devoid of any previous associations, confusing the existing relationship between the signs and signifiers." (James Putnam)
"(segue da Gavin Turk) Sebbene con un interesse artistico diverso, Filippo Ciavoli utilizza lo stesso linguaggio visivo, appropriandosi del simbolismo visivo di un altro artista. Prende il celebre autoritratto di Chuck Close del 1967-68 e lo deforma in omaggio alla tecnica di griglia geometrica utilizzata dall'artista più tardi. Ciavoli "ruba" l'identità dei soggetti e le disloca in modo che diventino semplici elementi di composizione. Nello spirito dei pittori puntinisti del tardo '800 e il movimento cubista del primo '900, il suo interesse primario sta nell'atto della percezione, esplorando il modo in cui i colori e le forme geometriche si uniscono per formare un'immagine. Deformare l'immagine è un modo per obliterare, o come dice Ciavoli, per "violare" l'identità dell'immagine così che diventi priva di qualsiasi associazione precedente, confondendo il rapporto tra significato e significante." (James Putnam)